Aretha Franklin - I Never Loved A Man (The Way I Love You) video free download


301,080
Duration: 02:48
Uploaded: 2012/04/15

ARETHA FRANKLIN

LYRICS:

You're a no good heart breaker

You're a liar and you're a cheat

And I don't know why

I let you do these things to me

My friends keep telling me

That you ain't no good

But oh, but they don't know

That I'd leave you if I could

I guess I'm uptight

And I'm stuck like glue

'Cause I ain't never

I ain't never, I ain't never, no, no (loved a man)

(The way that I, I love you)

Some time ago I thought

You had run out of fools

But I was so wrong

You got one that you'll never lose

The way you treat me is a shame

How could you hurt me so bad

Baby, you know that I'm the best thing

That you ever had

Kiss me once again

Don'cha never, never say that we're through

Cause I ain't never

Never, Never, no, no (loved a man)

(The way that I, I love you)

I can't sleep at night

And I can't eat a bite

I guess I'll never be free

Since you got, your hooks, in me

Whoa, oh, oh

Yeah! Yeah!

I ain't never loved a man

I ain't never loved a man, baby

Ain't never had a man that hurt me so bad

No

Well this is what I'm gonna do about it...

Artist: Aretha Franklin

Album: I Never Loved A Man (The Way I Love You)

Year: 1967

Song: I Never Loved A Man (The Way I Love You)

Comments

8 years ago

Lana Falavigna

Uhhhhhhhh

8 years ago

Timmorah Auyrionne Yisrael

#AUYRIONNE #LOVE #PH711 #2012MATRIARCH #BLESSED 

8 years ago

Itulemeng Agnes

She is indeed the queen of soul

8 years ago

ms. nett ms. nett

The words , they in were they fit in , right on time with the music. That why she is the queen of soul.

8 years ago

ms. nett ms. nett

GONE ARETHA, THANK , IM LIEING.BLESSING

8 years ago

ms. nett ms. nett

GONE ARETHA, THANK , IM LIEING.BLESSING

8 years ago

ms. nett ms. nett

Hey now, but im suck like glue. Gone then Aretha.thank im lieing !!!! Smiling while writing , and enjoying the music.

8 years ago

Ruralafrican Shop

Sssshhhhhhh the queen is talking

9 years ago

More Tisha

Listen to the arrangement...the horns, the keyboard the sexy sax...just HAWT

9 years ago

Barbara Diggs

this song remind me of a no good bastard, name (BT), oops, I'm not leaving his name, only a no good bastard, so girls out there, if u meet some one with those initial don't mess with him, he will mess up your life, believe me

9 years ago

DebiNga

HAPPY BIRTHDAY...

9 years ago

Libertys Son

I understand now why there is more chatter saying Hillary might not be able to win in 2016. Once this little tidbit gets more coverage her chances will surely go down. I think people are getting tired of the Clinton's corruption and dysfunction.

9 years ago

Libertys Son

Thumbs-up if you listed to Aretha Franklin's - I Never Loved A Man after watching the first few seconds of this video.

9 years ago

stefano zingone

Muscle shoals, Alabama. Negli anni sessanta, da quelle parti, di pelle nera si moriva. Se un negro entrava in un cinema, un teatro o anche un bagno pubblico, e non si dirigeva verso il cartello “coloured”, rischiava di non poter uscire più sulle sue gambe. Nei bar i banconi erano divisi in due zone, quella dei bianchi e l’altra dove si potevano sedere, per poco tempo, le persone di colore. Per andare a scuola i bambini bianchi dovevano prendere autobus separati e non mescolarsi con quella gente che, nell’opinione dei loro genitori, doveva rimanere segregata e sottomessa. Se qualche giovane ribelle di colore avesse avuto l’ardire di rivolgersi ad una ragazza bianca, per non dire prendere qualche confidenza con lei, era certo di trovarsi una croce incendiata nel giardino di casa e, se avesse insistito, era pronta una pattuglia di uomini incappucciati di bianco con corda e nodi scorsoi. Il Ku Klux Klan: dei buontemponi che linciavano i negri se non rimanevano al loro posto e si facevano fotografare sotto l’impiccato penzolante come cacciatori che si vantano della loro preda. Questo era il clima nel sud degli States una cinquantina d’anni fa, anche se è difficile crederlo per i più giovani ormai abituati al melting pot cosmopolita. In corrispondenza di un incrocio della strada statale che unisce le Shoals, e più precisamente in località Muscle, un personaggio che, nello spirito imprenditoriale del self made man americano, univa la capacità dell’impresario con il gusto dell’arrangiatore musicale ed il fiuto del talent scout, aprì un piccolo studio di registrazione insieme a musicisti suoi amici. Avevano due caratteristiche in comune: erano tutti molto bravi e molto bianchi. I Fame Studios, con il patron Rick Hall, divennero presto noti nell’ambiente ed una cantante di colore, che a venticinque anni aveva già pubblicato qualche album ma senza particolare successo, ebbe l’idea di recarsi in quel posto sperduto per fare delle prove per il suo nuovo disco. Nel 1967 Aretha Franklin, con l’accompagnamento di musicisti bianchi, registrò “I Never Loved A Man” che ebbe un successo clamoroso e la lanciò tra le maggiori interpreti R&B, fino a diventare la regina del soul. Dopo di lei, si sono disturbati a raggiungere l’Alabama artisti come Wilson Pickett, Etta James, Otis Redding e poi i Rolling Stones, Alicia Keys e moltissimi altri che, in quel gruppo di professionisti, hanno trovato un sound che le majors discografiche non sono mai riuscite ad uguagliare. Molti non sanno che, ad accompagnare la storia della musica nera c’è stata anche una parte importante di esecutori bianchi.La cosa notevole in questa storia non è tanto la nascita e l’affermazione di un piccolo studio di registrazione in contrapposizione con la grande potenza economica e di mercato delle multinazionali del settore, quanto la dimostrazione di una verità incontrovertibile: la forza della musica è universale. Il colore della pelle, la cultura, la provenienza, il censo niente ha più importanza quando si abbandona il cervello per dare ascolto all’anima. C’è qualcosa che unisce tutti gli esseri viventi e si rivela tramite linguaggi che non hanno bisogno di parole. Forse “L’armonia del Creato” non è soltanto una locuzione descrittiva, ma la definizione di quello che tutto il creato ha in comune: l’armonia che si manifesta nella musica.C’era un bambino che, all’età di due o tre anni, quando i genitori gli cantavano “Fascination”, piangeva calde lacrime senza sapere il perché, forse era il suo piccolo cuore che vibrava all’unisono con l’Universo. 

9 years ago

stefano zingone

Muscle shoals, Alabama. Negli anni sessanta, da quelle parti, di pelle nera si moriva. Se un negro entrava in un cinema, un teatro o anche un bagno pubblico, e non si dirigeva verso il cartello “coloured”, rischiava di non poter uscire più sulle sue gambe. Nei bar i banconi erano divisi in due zone, quella dei bianchi e l’altra dove si potevano sedere, per poco tempo, le persone di colore. Per andare a scuola i bambini bianchi dovevano prendere autobus separati e non mescolarsi con quella gente che, nell’opinione dei loro genitori, doveva rimanere segregata e sottomessa. Se qualche giovane ribelle di colore avesse avuto l’ardire di rivolgersi ad una ragazza bianca, per non dire prendere qualche confidenza con lei, era certo di trovarsi una croce incendiata nel giardino di casa e, se avesse insistito, era pronta una pattuglia di uomini incappucciati di bianco con corda e nodi scorsoi. Il Ku Klux Klan: dei buontemponi che linciavano i negri se non rimanevano al loro posto e si facevano fotografare sotto l’impiccato penzolante come cacciatori che si vantano della loro preda. Questo era il clima nel sud degli States una cinquantina d’anni fa, anche se è difficile crederlo per i più giovani ormai abituati al melting pot cosmopolita. In corrispondenza di un incrocio della strada statale che unisce le Shoals, e più precisamente in località Muscle, un personaggio che, nello spirito imprenditoriale del self made man americano, univa la capacità dell’impresario con il gusto dell’arrangiatore musicale ed il fiuto del talent scout, aprì un piccolo studio di registrazione insieme a musicisti suoi amici. Avevano due caratteristiche in comune: erano tutti molto bravi e molto bianchi. I Fame Studios, con il patron Rick Hall, divennero presto noti nell’ambiente ed una cantante di colore, che a venticinque anni aveva già pubblicato qualche album ma senza particolare successo, ebbe l’idea di recarsi in quel posto sperduto per fare delle prove per il suo nuovo disco. Nel 1967 Aretha Franklin, con l’accompagnamento di musicisti bianchi, registrò “I Never Loved A Man” che ebbe un successo clamoroso e la lanciò tra le maggiori interpreti R&B, fino a diventare la regina del soul. Dopo di lei, si sono disturbati a raggiungere l’Alabama artisti come Wilson Pickett, Etta James, Otis Redding e poi i Rolling Stones, Alicia Keys e moltissimi altri che, in quel gruppo di professionisti, hanno trovato un sound che le majors discografiche non sono mai riuscite ad uguagliare. Molti non sanno che, ad accompagnare la storia della musica nera c’è stata anche una parte importante di esecutori bianchi.La cosa notevole in questa storia non è tanto la nascita e l’affermazione di un piccolo studio di registrazione in contrapposizione con la grande potenza economica e di mercato delle multinazionali del settore, quanto la dimostrazione di una verità incontrovertibile: la forza della musica è universale. Il colore della pelle, la cultura, la provenienza, il censo niente ha più importanza quando si abbandona il cervello per dare ascolto all’anima. C’è qualcosa che unisce tutti gli esseri viventi e si rivela tramite linguaggi che non hanno bisogno di parole. Forse “L’armonia del Creato” non è soltanto una locuzione descrittiva, ma la definizione di quello che tutto il creato ha in comune: l’armonia che si manifesta nella musica.C’era un bambino che, all’età di due o tre anni, quando i genitori gli cantavano “Fascination”, piangeva calde lacrime senza sapere il perché, forse era il suo piccolo cuore che vibrava all’unisono con l’Universo. 

9 years ago

stefano zingone

Muscle shoals, Alabama. Negli anni sessanta, da quelle parti, di pelle nera si moriva. Se un negro entrava in un cinema, un teatro o anche un bagno pubblico, e non si dirigeva verso il cartello “coloured”, rischiava di non poter uscire più sulle sue gambe. Nei bar i banconi erano divisi in due zone, quella dei bianchi e l’altra dove si potevano sedere, per poco tempo, le persone di colore. Per andare a scuola i bambini bianchi dovevano prendere autobus separati e non mescolarsi con quella gente che, nell’opinione dei loro genitori, doveva rimanere segregata e sottomessa. Se qualche giovane ribelle di colore avesse avuto l’ardire di rivolgersi ad una ragazza bianca, per non dire prendere qualche confidenza con lei, era certo di trovarsi una croce incendiata nel giardino di casa e, se avesse insistito, era pronta una pattuglia di uomini incappucciati di bianco con corda e nodi scorsoi. Il Ku Klux Klan: dei buontemponi che linciavano i negri se non rimanevano al loro posto e si facevano fotografare sotto l’impiccato penzolante come cacciatori che si vantano della loro preda. Questo era il clima nel sud degli States una cinquantina d’anni fa, anche se è difficile crederlo per i più giovani ormai abituati al melting pot cosmopolita. In corrispondenza di un incrocio della strada statale che unisce le Shoals, e più precisamente in località Muscle, un personaggio che, nello spirito imprenditoriale del self made man americano, univa la capacità dell’impresario con il gusto dell’arrangiatore musicale ed il fiuto del talent scout, aprì un piccolo studio di registrazione insieme a musicisti suoi amici. Avevano due caratteristiche in comune: erano tutti molto bravi e molto bianchi. I Fame Studios, con il patron Rick Hall, divennero presto noti nell’ambiente ed una cantante di colore, che a venticinque anni aveva già pubblicato qualche album ma senza particolare successo, ebbe l’idea di recarsi in quel posto sperduto per fare delle prove per il suo nuovo disco. Nel 1967 Aretha Franklin, con l’accompagnamento di musicisti bianchi, registrò “I Never Loved A Man” che ebbe un successo clamoroso e la lanciò tra le maggiori interpreti R&B, fino a diventare la regina del soul. Dopo di lei, si sono disturbati a raggiungere l’Alabama artisti come Wilson Pickett, Etta James, Otis Redding e poi i Rolling Stones, Alicia Keys e moltissimi altri che, in quel gruppo di professionisti, hanno trovato un sound che le majors discografiche non sono mai riuscite ad uguagliare. Molti non sanno che, ad accompagnare la storia della musica nera c’è stata anche una parte importante di esecutori bianchi.La cosa notevole in questa storia non è tanto la nascita e l’affermazione di un piccolo studio di registrazione in contrapposizione con la grande potenza economica e di mercato delle multinazionali del settore, quanto la dimostrazione di una verità incontrovertibile: la forza della musica è universale. Il colore della pelle, la cultura, la provenienza, il censo niente ha più importanza quando si abbandona il cervello per dare ascolto all’anima. C’è qualcosa che unisce tutti gli esseri viventi e si rivela tramite linguaggi che non hanno bisogno di parole. Forse “L’armonia del Creato” non è soltanto una locuzione descrittiva, ma la definizione di quello che tutto il creato ha in comune: l’armonia che si manifesta nella musica.C’era un bambino che, all’età di due o tre anni, quando i genitori gli cantavano “Fascination”, piangeva calde lacrime senza sapere il perché, forse era il suo piccolo cuore che vibrava all’unisono con l’Universo. 

9 years ago

denise lefeuvre

i sure did an if im honest i still do but.................

9 years ago

DeSHANTA B.

Ms. Aretha Franklin - I Never Loved A Man (The Way I Love You ) NuFF Said ! ; - ) ; - ) 

9 years ago

DuneAquaViva

One of the greatest recording of all time...Rod Hicks Bass...

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