Mina - E l'era tardi (feat. Enzo Jannacci) video free download


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Duration: 03:36
Uploaded: 2011/10/16

2 note : Testo e Musica : Enzo Jannacci

"E l'era tardi" non è una canzone contro la guerra in senso strettissimo ... ma forse lo è, dato che ci racconta -- un po' ricordando, in questo, l'amara "Ballata dell'ex" di Sergio Endrigo (1966: "Se il tempo è galantuomo io son figlio di nessuno/vent'anni son passati ma il nemico è ancora là/ma i tuoi compagni ormai non ci son più/son tutti al ministero o alla tivvù/ci fosse un cane a ricordare che/andava per i boschi con due mitra e tre bombe a mano") -- di come persino l'essere stati al fronte da eroi, scampando "ai bumb" e "ai füsilàd", finisse ormai per contare poco o nulla già nell'Italia immediatamente postbellica (e talvolta persino contasse poco agli occhi di qualcuno degli stessi reduci di guerra, come l'imborghesito commilitone Rino, silenzioso co-protagonista di questo brano jannacciano).

vedi : http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=7843&lang=it

Insomma una presa d'atto ulteriore - sia pure in forma più obliqua ed indiretta - della totale assurdità della guerra, se persino la retorica del cameratismo e della solidarietà fra commilitoni, tanto frequentemente ostentata come sicuro valore bellico, alla prova dei fatti spesso si dimostra anch'essa priva di spessore e consistenza.

La canzone fu incisa da Jannacci - autore del testo e della musica - per la prima volta nel suo primissimo album, "La Milano di Enzo Jannacci" (Jolly, 1964; ristampato su etichetta Joker nel 1971):

Una versione del pari molto suggestiva (recante un cameo parlato dello stesso Jannacci, che ivi conduce il dialogo - o meglio lo sconsolato monologo - con l'ex commilitone Rino) è stata incisa da Mina nel suo album "Mina quasi Jannacci" (1977), ristampato su CD dalla EMI-PDU nel 2001.

La canzone è stata ripresa e ricantata dall'autore - con il nuovo arrangiamento del figlio Paolo Jannacci ed il nuovo titolo "L'era tardi" - di recente nell'album "Milano 3.6.2005"

Testo:

E l'era tardi, l'era tardi

In quella sera stracca

Che m'è vegnü bisogn d'un mila franc

Per quatà una trata

Dumandà mi gh'avevi vergogna

Dumandà e savé no a chi l'é ...

Gh'era il Rino, l'è vera, il Rino

Suldà insema in d'i bersaglier

Ma l'era tardi, l'era tardi

In quella sera stracca

E distürbà la gent spusà de poc

Col lavurà ch'el fiaca

"La me scüsa, sciura, gh'è il Rino?

La ghe disa che gh'è il bersaglier"

El vien giò d'i scal in camisa

Mi suridi, lü nanca un vers.

"Ciao, Rino, scusa, el su, l'è tardi, ma

ma in questa sera stracca - te vedet

vurevi salüdatt, e po'

ciamà i bei temp de la guera, vacca!

Quant'è seret sensa murusa - te ricordet!

Quand andavum a ciapà i ciucch ...

Sì ma, Rino, gh'è sarìa un'altra roba ...

Non andar via, Rino, ciao Rino ... Ohé!"

E mi'l savevi l'era tardi

Per disturbà la gent

Ciapà magari a fa' l'amur

La gent che la gh'ha i so impegn.

Sì, ma em fa anca la guera insema

Sott ai bumb, cuntra i füsilàd ...

Val püssé in cö un bel mila lira

in sacocia desmentegà ...

Traduzione :

Ed era tardi, era tardi

in quella sera stanca

che ho avuto bisogno di un mille lire

per coprire una tratta [cambiale]

Domandare io avevo vergogna,

domandare non sapevo a chi ...

C'era il Rino, è vero, il Rino

soldato con me nei bersaglieri

Ma era tardi, era tardi

in quella sera stanca

per disturbare la gente sposata da poco

con il lavoro che stanca.

"Mi scusi, signora, c'è il Rino?

Gli dica che c'è il bersagliere".

Lui viene giù dalle scale in camicia,

io sorrido, lui neanche un verso [cenno]

"Ciao, Rino, scusa, lo so, è tardi, ma ...

... ma in questa sera stanca, vedi,

volevo salutarti, e poi

ricordare i bei tempi della guerra, vacca!

Quando eri senza morosa, ti ricordi

Quando andavamo a ubriacarci ...

Sì, ma, Rino, c'è un'altra cosa ...

Non andar via, Rino, ciao Rino ... Ohé!"

E io lo sapevo

era tardi

per disturbare la gente

presa magari a fare l'amore

la gente che ha i suoi impegni ...

Sì, ma abbiamo fatto anche la guerra insieme

sotto le bombe, contro le fucilate ....

Vale di più oggi un bel mille lire

in tasca, dimenticato ...

Questa è la traduzione ufficiale in italiano del brano, opera di Enzo Jannacci e di sua moglie Giuliana Orefice.

E' tratta dal booklet dell'album "Milano 3.6.2005" (Ala Bianca, 2004).

Comments

8 years ago

Abramo Mastrangelo

bellissimaa

10 years ago

Mina Mazzini Official

Vanity Fair n. 21/2006 del 1/06/2006[...] C'era una volta il paradiso. Ora non c'è più. Ma c'era. [...]

11 years ago

diegosalvati

QUESTO CD è UN CAPOLAVORO

12 years ago

isabel maria lei

.........ke dire bellisisima ..a me piaccione entrambi! ma quuesto non e una novita eccellenti....

12 years ago

diegosalvati

capolavorooooo!!!! che emozioni ogni volta^

12 years ago

Simone Zani

Davvero brava. Bella la canzone.

12 years ago

frankie hunter

Mina as always sings with great conviction but this time she surpasses even herself.

12 years ago

fmiglio437 -

un altro brano a me sconosciuto e che ho potuto ascoltarlo ed apprezzarlo grazie per la proposta - il nostro dialetto milanese ascoltato dalla voce del bravo Enzo è uno spasso - ciao buona domenica a tutti

12 years ago

88oceano

Stupendo affresco ......

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