Lorenzo Jovanotti Cherubini - La linea d'ombra video free download


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Duration: 05:15
Uploaded: 2010/08/21

Lorenzo L'albero 1997 - La linea d'ombra "V.JIMMA"

Comments

9 years ago

giovanni danieli

Magica canzone magico cantante.

9 years ago

Maggie Moretti

Ogni volta che ascolto questo brano mi da una sensazione nuova e unica,irripetibile.

9 years ago

Barbara De Rosa

Bellissima .

9 years ago

andrea soldati

Sublime...

9 years ago

Andrea Sarcina

Incredibile artista.. Immortale

9 years ago

Massimo Ricciardi

UN CAPOLAVORO!!!

10 years ago

Angelo Senneca

La linea d'ombra la nebbia che io vedo a me davanti per la prima volta nella vita mia mi trovo a saper quello che lascio e a non saper immaginar quello che trovo mi offrono un incarico di responsabilità portare questa nave verso una rotta che nessuno sa è la mia età a mezz'aria in questa condizione di stabilità precaria ipnotizzato dalle pale di un ventilatore sul soffitto mi giro e mi rigiro sul mio letto mi muovo col passo pesante in questa stanza umida di un porto che non ricordo il nome il fondo del caffè confonde il dove e il come e per la prima volta so cos'è la nostalgia la commozione nel mio bagaglio panni sporchi di navigazione per ogni strappo un porto per ogni porto in testa una canzone è dolce stare in mare quando son gli altri a far la direzione senza preoccupazione soltanto fare ciò che c'è da fare e cullati dall'onda notturna sognare la mamma... il mare. Mi offrono un incarico di responsabilità mi hanno detto che una nave c'ha bisogno di un comandante mi hanno detto che la paga è interessante e che il carico è segreto ed importante il pensiero della responsabilità si è fatto grosso è come dover saltare al di là di un fosso che mi divide dai tempi spensierati di un passato che è passato saltare verso il tempo indefinito dell'essere adulto di fronte a me la nebbia mi nasconde la risposta alla mia paura cosa sarò dove mi condurrà la mia natura? La faccia di mio padre prende forma sullo specchio lui giovane io vecchio le sue parole che rimbombano dentro al mio orecchio "la vita non è facile ci vuole sacrificio un giorno te ne accorgerai e mi dirai se ho ragione" arriva il giorno in cui bisogna prendere una decisione e adesso è questo giorno di monsone col vento che non ha una direzione guardando il cielo un senso di oppressione ma è la mia età dove si sa come si era e non si sa dove si va, cosa si sarà che responsabilità si hanno nei confronti degli esseri umani che ti vivono accanto e attraverso questo vetro vedo il mondo come una scacchiera dove ogni mossa che io faccio può cambiare la partita intera ed ho paura di essere mangiato ed ho paura pure di mangiare mi perdo nelle letture, i libri dello zen ed il vangelo l'astrologia che mi racconta il cielo galleggio alla ricerca di un me stesso con il quale poter dialogare ma questa linea d'ombra non me la fa incontrare. Mi offrono un incarico di responsabilità non so cos'è il coraggio se prendere e mollare tutto se scegliere la fuga od affrontare questa realtà difficile da interpretare ma bella da esplorare provare a immaginare cosa sarò quando avrò attraversato il mare portato questo carico importante a destinazione dove sarò al riparo dal prossimo monsone mi offrono un incarico di responsabilità domani andrò giù al porto e gli dirò che sono pronto a partire getterò i bagagli in mare studierò le carte e aspetterò di sapere per dove si parte quando si parte e quando passerà il monsone dirò levate l'ancora diritta avanti tutta questa è la rotta questa è la direzione questa è la decisione. 

10 years ago

Bliss1609

La ascoltavo a 14 anni, un'ispirazione incredibile...la cosa che mi lega a questa canzone da oltre 15 anni è che ascoltandola rivedo sempre la stessa immagine fin dal suo primo ascolto. Riguarda il mare, la nebbia, qualcosa di sconfinato e misterioso. Oltre ad avere passaggi meravigliosi nel testo, il mio preferito: "E attraverso questo vetro vedo il mondo come una scacchiera dove ogni mossa che io faccio può cambiare la partita intera" 10/10

10 years ago

Lorenzo De Gregoriis

esattamente !!

10 years ago

Matteo Piccardi

sentita ieri alla radio per la prima volta.... sembrava scritta per me.... sono nella stessa situazione.... oggi me la sto ascoltando in loop....

10 years ago

Gianfranfranco Olivieri

Hai mai sentito ''occhio non vede cuore non duole''.. l'altra canzone decente di jovanotti... per il resto hai ragione!!!! CHE POESIA!!!!

10 years ago

Radio Kwakom

*La linea d'ombra* .............................. *Lorenzo Jovanotti*La linea d'ombra la nebbia che io vedo a me davanti per la prima volta nella vita mia mi trovo a saper quello che lascio e a non saper immaginar quello che trovo mi offrono un incarico di responsabilità portare questa nave verso una rotta che nessuno sa è la mia età a mezz'aria in questa condizione di stabilità precaria ipnotizzato dalle pale di un ventilatore sul soffitto mi giro e mi rigiro sul mio letto mi muovo col passo pesante in questa stanza umida di un porto che non ricordo il nome il fondo del caffè confonde il dove e il come e per la prima volta so cos'è la nostalgia la commozione nel mio bagaglio panni sporchi di navigazione per ogni strappo un porto per ogni porto in testa una canzone è dolce stare in mare quando son gli altri a far la direzione senza preoccupazione soltanto fare ciò che c'è da fare e cullati dall'onda notturna sognare la mamma... il mare.Mi offrono un incarico di responsabilità mi hanno detto che una nave c'ha bisogno di un comandante mi hanno detto che la paga è interessante e che il carico è segreto ed importante il pensiero della responsabilità si è fatto grosso è come dover saltare al di là di un fosso che mi divide dai tempi spensierati di un passato che è passato saltare verso il tempo indefinito dell'essere adulto di fronte a me la nebbia mi nasconde la risposta alla mia paura cosa sarò dove mi condurrà la mia natura? La faccia di mio padre prende forma sullo specchio lui giovane io vecchio le sue parole che rimbombano dentro al mio orecchio "la vita non è facile ci vuole sacrificio un giorno te ne accorgerai e mi dirai se ho ragione" arriva il giorno in cui bisogna prendere una decisione e adesso è questo giorno di monsone col vento che non ha una direzione guardando il cielo un senso di oppressione ma è la mia età dove si sa come si era e non si sa dove si va, cosa si sarà che responsabilità si hanno nei confronti degli esseri umani che ti vivono accanto e attraverso questo vetro vedo il mondo come una scacchiera dove ogni mossa che io faccio può cambiare la partita intera ed ho paura di essere mangiato ed ho paura pure di mangiare mi perdo nelle letture, i libri dello zen ed il vangelo l'astrologia che mi racconta il cielo galleggio alla ricerca di un me stesso con il quale poter dialogare ma questa linea d'ombra non me la fa incontrare. Mi offrono un incarico di responsabilità non so cos'è il coraggio se prendere e mollare tutto se scegliere la fuga od affrontare questa realtà difficile da interpretare ma bella da esplorare provare a immaginare cosa sarò quando avrò attraversato il mare portato questo carico importante a destinazione dove sarò al riparo dal prossimo monsone mi offrono un incarico di responsabilità domani andrò giù al porto e gli dirò che sono pronto a partire getterò i bagagli in mare studierò le carte e aspetterò di sapere per dove si parte quando si parte e quando passerà il monsone dirò levate l'ancora diritta avanti tutta questa è la rotta questa è la direzione questa è la decisione.Quando Jovanotti scrisse questa canzone aveva 31 anni, già da 5 aveva cominciato a firmare gli album con il proprio nome e cognome: Lorenzo Cherubini.La canzone trae ispirazione da un famoso libro di Conrad, ma di questo poco ci importa, ci importa invece che il testo parli di adolescenza, cioè parli di voi, in particolar modo di un tema che è fondamentale per noi che vi ascoltiamo e per voi che parlate: la responsabilità.La psicoanalisi parte proprio da questo, dalla responsabilità soggettiva in ciò di cui soffriamo. Alcuni di voi conosceranno sicuramente le origini di questa disciplina, o almeno avranno sicuramente sentito parlare del famosissimo S. Freud.Approcciandosi per primo all’ inconscio egli fece due scoperte sorprendenti: una che riguardava la verità e l’altra la responsabilità.Il dott. Freud, nel suo studio viennese ascoltava principalmente donne, donne che raccontavano della loro enigmatica sofferenza, dei loro indecifrabili sintomi. Si accorse ben presto che nella maggior parte dei loro racconti comparivano episodi di seduzione infantile specialmente da parte del padre o di un fratello maggiore.Misericordia! Pensò sicuramente Freud. Tutta Vienna è corrotta!Ciò di cui si accorse successivamente però fu che gli episodi raccontati non erano reali, non erano accaduti veramente, erano piuttosto fantasie, fantasmi.Ciò che contava nell’ ascolto analitico dunque non era la verità dei fatti, non era la ricerca del colpevole. Ciò che contava erano le parole soggettivate del paziente, ciò che il paziente aveva da dire rispetto alla sua vita alle sue questioni. Al centro della psicoanalisi dunque c’è il discorso del paziente.Ma ascoltare semplicemente il paziente che racconta le sue sofferenze non è di alcun effettivo aiuto.Freud dunque fece una seconda fondamentale e formidabile scoperta: la responsabilità. Qual è la tua responsabilità nei fatti di cui mi racconti? Disse proprio così il dott. Freud ad una ragazza adolescente che aveva in cura. Sì, è vero, è tutto terribile, tutto complicato: tuo padre ha l’amante, il marito della sua amante ha provato a sedurti…ma tu? Che posto hai in tutto questo? Qual è la tua responsabilità?Capiamoci bene, Freud non è né un moralista, né un maschilista che vuole accusare la sua giovane paziente, Dora, di aver provocato il marito dell’ amante di suo padre. Niente di più lontano da questo! E’ interessato a sapere cosa ha incastrato Dora in questa situazione così ingarbugliata, cosa la tiene legata a tutto questo, cosa la unisce così fortemente alla sua sofferenza.Questa è la responsabilità di cui domanda Freud, la responsabilità della nostra vita, di ciò che ne facciamo della nostra vita.“Mi offrono un incarico di responsabilità”, e la responsablità è quella di vivere la propria vita al di là del passato che ci ha preceduto. Di questo parla anche Jovanotti, anzi Lorenzo, in questa canzone. Racconta dei ragionamenti che anticipano il momento della decisione. L’adolescenza è questo, è aver ricevuto l’ offerta di un incarico di responsabilità, ma non sapere ancora che cosa decidere…”se scegliere la fuga o affrontare questa realtà”. A volte in questa indecisione si rischia di rimanerne a bagno troppo a lungo: ci si lamenta che non si hanno i genitori che si desideravano, che si abita in un posto che non si voleva, che si frequenta una scuola dove gli altri sono troppo diversi da noi. Stare male senza implicarsi in ciò di cui si soffre, senza cercare la propria responsabilità fa rimanere immobili proprio lì, nel luogo da cui ci si lamenta.La canzone non finisce qui però, non finisce sul rimuginare, sul pensare alla mamma, al mare, alle parole del padre…finisce sulla scelta.La scelta è quella di accettare l’ incarico, senza conoscerne bene i particolari, senza sapere come andranno le cose.La scelta è quella di uscire dall’ adolescenza, di svestire i panni di Jovanotti e prendersi la responsablità del proprio nome, Lorenzo.La scelta è quella di separasi dal lamento sul proprio destino e prendersi la responsabilità di essere al mondo.#Jovanotti 

10 years ago

Radio Kwakom

*La linea d'ombra* .............................. *Lorenzo Jovanotti*La linea d'ombra la nebbia che io vedo a me davanti per la prima volta nella vita mia mi trovo a saper quello che lascio e a non saper immaginar quello che trovo mi offrono un incarico di responsabilità portare questa nave verso una rotta che nessuno sa è la mia età a mezz'aria in questa condizione di stabilità precaria ipnotizzato dalle pale di un ventilatore sul soffitto mi giro e mi rigiro sul mio letto mi muovo col passo pesante in questa stanza umida di un porto che non ricordo il nome il fondo del caffè confonde il dove e il come e per la prima volta so cos'è la nostalgia la commozione nel mio bagaglio panni sporchi di navigazione per ogni strappo un porto per ogni porto in testa una canzone è dolce stare in mare quando son gli altri a far la direzione senza preoccupazione soltanto fare ciò che c'è da fare e cullati dall'onda notturna sognare la mamma... il mare.Mi offrono un incarico di responsabilità mi hanno detto che una nave c'ha bisogno di un comandante mi hanno detto che la paga è interessante e che il carico è segreto ed importante il pensiero della responsabilità si è fatto grosso è come dover saltare al di là di un fosso che mi divide dai tempi spensierati di un passato che è passato saltare verso il tempo indefinito dell'essere adulto di fronte a me la nebbia mi nasconde la risposta alla mia paura cosa sarò dove mi condurrà la mia natura? La faccia di mio padre prende forma sullo specchio lui giovane io vecchio le sue parole che rimbombano dentro al mio orecchio "la vita non è facile ci vuole sacrificio un giorno te ne accorgerai e mi dirai se ho ragione" arriva il giorno in cui bisogna prendere una decisione e adesso è questo giorno di monsone col vento che non ha una direzione guardando il cielo un senso di oppressione ma è la mia età dove si sa come si era e non si sa dove si va, cosa si sarà che responsabilità si hanno nei confronti degli esseri umani che ti vivono accanto e attraverso questo vetro vedo il mondo come una scacchiera dove ogni mossa che io faccio può cambiare la partita intera ed ho paura di essere mangiato ed ho paura pure di mangiare mi perdo nelle letture, i libri dello zen ed il vangelo l'astrologia che mi racconta il cielo galleggio alla ricerca di un me stesso con il quale poter dialogare ma questa linea d'ombra non me la fa incontrare. Mi offrono un incarico di responsabilità non so cos'è il coraggio se prendere e mollare tutto se scegliere la fuga od affrontare questa realtà difficile da interpretare ma bella da esplorare provare a immaginare cosa sarò quando avrò attraversato il mare portato questo carico importante a destinazione dove sarò al riparo dal prossimo monsone mi offrono un incarico di responsabilità domani andrò giù al porto e gli dirò che sono pronto a partire getterò i bagagli in mare studierò le carte e aspetterò di sapere per dove si parte quando si parte e quando passerà il monsone dirò levate l'ancora diritta avanti tutta questa è la rotta questa è la direzione questa è la decisione.Quando Jovanotti scrisse questa canzone aveva 31 anni, già da 5 aveva cominciato a firmare gli album con il proprio nome e cognome: Lorenzo Cherubini.La canzone trae ispirazione da un famoso libro di Conrad, ma di questo poco ci importa, ci importa invece che il testo parli di adolescenza, cioè parli di voi, in particolar modo di un tema che è fondamentale per noi che vi ascoltiamo e per voi che parlate: la responsabilità.La psicoanalisi parte proprio da questo, dalla responsabilità soggettiva in ciò di cui soffriamo. Alcuni di voi conosceranno sicuramente le origini di questa disciplina, o almeno avranno sicuramente sentito parlare del famosissimo S. Freud.Approcciandosi per primo all’ inconscio egli fece due scoperte sorprendenti: una che riguardava la verità e l’altra la responsabilità.Il dott. Freud, nel suo studio viennese ascoltava principalmente donne, donne che raccontavano della loro enigmatica sofferenza, dei loro indecifrabili sintomi. Si accorse ben presto che nella maggior parte dei loro racconti comparivano episodi di seduzione infantile specialmente da parte del padre o di un fratello maggiore.Misericordia! Pensò sicuramente Freud. Tutta Vienna è corrotta!Ciò di cui si accorse successivamente però fu che gli episodi raccontati non erano reali, non erano accaduti veramente, erano piuttosto fantasie, fantasmi.Ciò che contava nell’ ascolto analitico dunque non era la verità dei fatti, non era la ricerca del colpevole. Ciò che contava erano le parole soggettivate del paziente, ciò che il paziente aveva da dire rispetto alla sua vita alle sue questioni. Al centro della psicoanalisi dunque c’è il discorso del paziente.Ma ascoltare semplicemente il paziente che racconta le sue sofferenze non è di alcun effettivo aiuto.Freud dunque fece una seconda fondamentale e formidabile scoperta: la responsabilità. Qual è la tua responsabilità nei fatti di cui mi racconti? Disse proprio così il dott. Freud ad una ragazza adolescente che aveva in cura. Sì, è vero, è tutto terribile, tutto complicato: tuo padre ha l’amante, il marito della sua amante ha provato a sedurti…ma tu? Che posto hai in tutto questo? Qual è la tua responsabilità?Capiamoci bene, Freud non è né un moralista, né un maschilista che vuole accusare la sua giovane paziente, Dora, di aver provocato il marito dell’ amante di suo padre. Niente di più lontano da questo! E’ interessato a sapere cosa ha incastrato Dora in questa situazione così ingarbugliata, cosa la tiene legata a tutto questo, cosa la unisce così fortemente alla sua sofferenza.Questa è la responsabilità di cui domanda Freud, la responsabilità della nostra vita, di ciò che ne facciamo della nostra vita.“Mi offrono un incarico di responsabilità”, e la responsablità è quella di vivere la propria vita al di là del passato che ci ha preceduto. Di questo parla anche Jovanotti, anzi Lorenzo, in questa canzone. Racconta dei ragionamenti che anticipano il momento della decisione. L’adolescenza è questo, è aver ricevuto l’ offerta di un incarico di responsabilità, ma non sapere ancora che cosa decidere…”se scegliere la fuga o affrontare questa realtà”. A volte in questa indecisione si rischia di rimanerne a bagno troppo a lungo: ci si lamenta che non si hanno i genitori che si desideravano, che si abita in un posto che non si voleva, che si frequenta una scuola dove gli altri sono troppo diversi da noi. Stare male senza implicarsi in ciò di cui si soffre, senza cercare la propria responsabilità fa rimanere immobili proprio lì, nel luogo da cui ci si lamenta.La canzone non finisce qui però, non finisce sul rimuginare, sul pensare alla mamma, al mare, alle parole del padre…finisce sulla scelta.La scelta è quella di accettare l’ incarico, senza conoscerne bene i particolari, senza sapere come andranno le cose.La scelta è quella di uscire dall’ adolescenza, di svestire i panni di Jovanotti e prendersi la responsablità del proprio nome, Lorenzo.La scelta è quella di separasi dal lamento sul proprio destino e prendersi la responsabilità di essere al mondo.#Jovanotti 

10 years ago

Hervé Sorée

*La linea d'ombra* .............................. *Lorenzo Jovanotti*La linea d'ombra la nebbia che io vedo a me davanti per la prima volta nella vita mia mi trovo a saper quello che lascio e a non saper immaginar quello che trovo mi offrono un incarico di responsabilità portare questa nave verso una rotta che nessuno sa è la mia età a mezz'aria in questa condizione di stabilità precaria ipnotizzato dalle pale di un ventilatore sul soffitto mi giro e mi rigiro sul mio letto mi muovo col passo pesante in questa stanza umida di un porto che non ricordo il nome il fondo del caffè confonde il dove e il come e per la prima volta so cos'è la nostalgia la commozione nel mio bagaglio panni sporchi di navigazione per ogni strappo un porto per ogni porto in testa una canzone è dolce stare in mare quando son gli altri a far la direzione senza preoccupazione soltanto fare ciò che c'è da fare e cullati dall'onda notturna sognare la mamma... il mare.Mi offrono un incarico di responsabilità mi hanno detto che una nave c'ha bisogno di un comandante mi hanno detto che la paga è interessante e che il carico è segreto ed importante il pensiero della responsabilità si è fatto grosso è come dover saltare al di là di un fosso che mi divide dai tempi spensierati di un passato che è passato saltare verso il tempo indefinito dell'essere adulto di fronte a me la nebbia mi nasconde la risposta alla mia paura cosa sarò dove mi condurrà la mia natura? La faccia di mio padre prende forma sullo specchio lui giovane io vecchio le sue parole che rimbombano dentro al mio orecchio "la vita non è facile ci vuole sacrificio un giorno te ne accorgerai e mi dirai se ho ragione" arriva il giorno in cui bisogna prendere una decisione e adesso è questo giorno di monsone col vento che non ha una direzione guardando il cielo un senso di oppressione ma è la mia età dove si sa come si era e non si sa dove si va, cosa si sarà che responsabilità si hanno nei confronti degli esseri umani che ti vivono accanto e attraverso questo vetro vedo il mondo come una scacchiera dove ogni mossa che io faccio può cambiare la partita intera ed ho paura di essere mangiato ed ho paura pure di mangiare mi perdo nelle letture, i libri dello zen ed il vangelo l'astrologia che mi racconta il cielo galleggio alla ricerca di un me stesso con il quale poter dialogare ma questa linea d'ombra non me la fa incontrare. Mi offrono un incarico di responsabilità non so cos'è il coraggio se prendere e mollare tutto se scegliere la fuga od affrontare questa realtà difficile da interpretare ma bella da esplorare provare a immaginare cosa sarò quando avrò attraversato il mare portato questo carico importante a destinazione dove sarò al riparo dal prossimo monsone mi offrono un incarico di responsabilità domani andrò giù al porto e gli dirò che sono pronto a partire getterò i bagagli in mare studierò le carte e aspetterò di sapere per dove si parte quando si parte e quando passerà il monsone dirò levate l'ancora diritta avanti tutta questa è la rotta questa è la direzione questa è la decisione.Quando Jovanotti scrisse questa canzone aveva 31 anni, già da 5 aveva cominciato a firmare gli album con il proprio nome e cognome: Lorenzo Cherubini.La canzone trae ispirazione da un famoso libro di Conrad, ma di questo poco ci importa, ci importa invece che il testo parli di adolescenza, cioè parli di voi, in particolar modo di un tema che è fondamentale per noi che vi ascoltiamo e per voi che parlate: la responsabilità.La psicoanalisi parte proprio da questo, dalla responsabilità soggettiva in ciò di cui soffriamo. Alcuni di voi conosceranno sicuramente le origini di questa disciplina, o almeno avranno sicuramente sentito parlare del famosissimo S. Freud.Approcciandosi per primo all’ inconscio egli fece due scoperte sorprendenti: una che riguardava la verità e l’altra la responsabilità.Il dott. Freud, nel suo studio viennese ascoltava principalmente donne, donne che raccontavano della loro enigmatica sofferenza, dei loro indecifrabili sintomi. Si accorse ben presto che nella maggior parte dei loro racconti comparivano episodi di seduzione infantile specialmente da parte del padre o di un fratello maggiore.Misericordia! Pensò sicuramente Freud. Tutta Vienna è corrotta!Ciò di cui si accorse successivamente però fu che gli episodi raccontati non erano reali, non erano accaduti veramente, erano piuttosto fantasie, fantasmi.Ciò che contava nell’ ascolto analitico dunque non era la verità dei fatti, non era la ricerca del colpevole. Ciò che contava erano le parole soggettivate del paziente, ciò che il paziente aveva da dire rispetto alla sua vita alle sue questioni. Al centro della psicoanalisi dunque c’è il discorso del paziente.Ma ascoltare semplicemente il paziente che racconta le sue sofferenze non è di alcun effettivo aiuto.Freud dunque fece una seconda fondamentale e formidabile scoperta: la responsabilità. Qual è la tua responsabilità nei fatti di cui mi racconti? Disse proprio così il dott. Freud ad una ragazza adolescente che aveva in cura. Sì, è vero, è tutto terribile, tutto complicato: tuo padre ha l’amante, il marito della sua amante ha provato a sedurti…ma tu? Che posto hai in tutto questo? Qual è la tua responsabilità?Capiamoci bene, Freud non è né un moralista, né un maschilista che vuole accusare la sua giovane paziente, Dora, di aver provocato il marito dell’ amante di suo padre. Niente di più lontano da questo! E’ interessato a sapere cosa ha incastrato Dora in questa situazione così ingarbugliata, cosa la tiene legata a tutto questo, cosa la unisce così fortemente alla sua sofferenza.Questa è la responsabilità di cui domanda Freud, la responsabilità della nostra vita, di ciò che ne facciamo della nostra vita.“Mi offrono un incarico di responsabilità”, e la responsablità è quella di vivere la propria vita al di là del passato che ci ha preceduto. Di questo parla anche Jovanotti, anzi Lorenzo, in questa canzone. Racconta dei ragionamenti che anticipano il momento della decisione. L’adolescenza è questo, è aver ricevuto l’ offerta di un incarico di responsabilità, ma non sapere ancora che cosa decidere…”se scegliere la fuga o affrontare questa realtà”. A volte in questa indecisione si rischia di rimanerne a bagno troppo a lungo: ci si lamenta che non si hanno i genitori che si desideravano, che si abita in un posto che non si voleva, che si frequenta una scuola dove gli altri sono troppo diversi da noi. Stare male senza implicarsi in ciò di cui si soffre, senza cercare la propria responsabilità fa rimanere immobili proprio lì, nel luogo da cui ci si lamenta.La canzone non finisce qui però, non finisce sul rimuginare, sul pensare alla mamma, al mare, alle parole del padre…finisce sulla scelta.La scelta è quella di accettare l’ incarico, senza conoscerne bene i particolari, senza sapere come andranno le cose.La scelta è quella di uscire dall’ adolescenza, di svestire i panni di Jovanotti e prendersi la responsablità del proprio nome, Lorenzo.La scelta è quella di separasi dal lamento sul proprio destino e prendersi la responsabilità di essere al mondo.#Jovanotti 

10 years ago

Hervé Sorée

*La linea d'ombra* .............................. *Lorenzo Jovanotti*La linea d'ombra la nebbia che io vedo a me davanti per la prima volta nella vita mia mi trovo a saper quello che lascio e a non saper immaginar quello che trovo mi offrono un incarico di responsabilità portare questa nave verso una rotta che nessuno sa è la mia età a mezz'aria in questa condizione di stabilità precaria ipnotizzato dalle pale di un ventilatore sul soffitto mi giro e mi rigiro sul mio letto mi muovo col passo pesante in questa stanza umida di un porto che non ricordo il nome il fondo del caffè confonde il dove e il come e per la prima volta so cos'è la nostalgia la commozione nel mio bagaglio panni sporchi di navigazione per ogni strappo un porto per ogni porto in testa una canzone è dolce stare in mare quando son gli altri a far la direzione senza preoccupazione soltanto fare ciò che c'è da fare e cullati dall'onda notturna sognare la mamma... il mare.Mi offrono un incarico di responsabilità mi hanno detto che una nave c'ha bisogno di un comandante mi hanno detto che la paga è interessante e che il carico è segreto ed importante il pensiero della responsabilità si è fatto grosso è come dover saltare al di là di un fosso che mi divide dai tempi spensierati di un passato che è passato saltare verso il tempo indefinito dell'essere adulto di fronte a me la nebbia mi nasconde la risposta alla mia paura cosa sarò dove mi condurrà la mia natura? La faccia di mio padre prende forma sullo specchio lui giovane io vecchio le sue parole che rimbombano dentro al mio orecchio "la vita non è facile ci vuole sacrificio un giorno te ne accorgerai e mi dirai se ho ragione" arriva il giorno in cui bisogna prendere una decisione e adesso è questo giorno di monsone col vento che non ha una direzione guardando il cielo un senso di oppressione ma è la mia età dove si sa come si era e non si sa dove si va, cosa si sarà che responsabilità si hanno nei confronti degli esseri umani che ti vivono accanto e attraverso questo vetro vedo il mondo come una scacchiera dove ogni mossa che io faccio può cambiare la partita intera ed ho paura di essere mangiato ed ho paura pure di mangiare mi perdo nelle letture, i libri dello zen ed il vangelo l'astrologia che mi racconta il cielo galleggio alla ricerca di un me stesso con il quale poter dialogare ma questa linea d'ombra non me la fa incontrare. Mi offrono un incarico di responsabilità non so cos'è il coraggio se prendere e mollare tutto se scegliere la fuga od affrontare questa realtà difficile da interpretare ma bella da esplorare provare a immaginare cosa sarò quando avrò attraversato il mare portato questo carico importante a destinazione dove sarò al riparo dal prossimo monsone mi offrono un incarico di responsabilità domani andrò giù al porto e gli dirò che sono pronto a partire getterò i bagagli in mare studierò le carte e aspetterò di sapere per dove si parte quando si parte e quando passerà il monsone dirò levate l'ancora diritta avanti tutta questa è la rotta questa è la direzione questa è la decisione.Quando Jovanotti scrisse questa canzone aveva 31 anni, già da 5 aveva cominciato a firmare gli album con il proprio nome e cognome: Lorenzo Cherubini.La canzone trae ispirazione da un famoso libro di Conrad, ma di questo poco ci importa, ci importa invece che il testo parli di adolescenza, cioè parli di voi, in particolar modo di un tema che è fondamentale per noi che vi ascoltiamo e per voi che parlate: la responsabilità.La psicoanalisi parte proprio da questo, dalla responsabilità soggettiva in ciò di cui soffriamo. Alcuni di voi conosceranno sicuramente le origini di questa disciplina, o almeno avranno sicuramente sentito parlare del famosissimo S. Freud.Approcciandosi per primo all’ inconscio egli fece due scoperte sorprendenti: una che riguardava la verità e l’altra la responsabilità.Il dott. Freud, nel suo studio viennese ascoltava principalmente donne, donne che raccontavano della loro enigmatica sofferenza, dei loro indecifrabili sintomi. Si accorse ben presto che nella maggior parte dei loro racconti comparivano episodi di seduzione infantile specialmente da parte del padre o di un fratello maggiore.Misericordia! Pensò sicuramente Freud. Tutta Vienna è corrotta!Ciò di cui si accorse successivamente però fu che gli episodi raccontati non erano reali, non erano accaduti veramente, erano piuttosto fantasie, fantasmi.Ciò che contava nell’ ascolto analitico dunque non era la verità dei fatti, non era la ricerca del colpevole. Ciò che contava erano le parole soggettivate del paziente, ciò che il paziente aveva da dire rispetto alla sua vita alle sue questioni. Al centro della psicoanalisi dunque c’è il discorso del paziente.Ma ascoltare semplicemente il paziente che racconta le sue sofferenze non è di alcun effettivo aiuto.Freud dunque fece una seconda fondamentale e formidabile scoperta: la responsabilità. Qual è la tua responsabilità nei fatti di cui mi racconti? Disse proprio così il dott. Freud ad una ragazza adolescente che aveva in cura. Sì, è vero, è tutto terribile, tutto complicato: tuo padre ha l’amante, il marito della sua amante ha provato a sedurti…ma tu? Che posto hai in tutto questo? Qual è la tua responsabilità?Capiamoci bene, Freud non è né un moralista, né un maschilista che vuole accusare la sua giovane paziente, Dora, di aver provocato il marito dell’ amante di suo padre. Niente di più lontano da questo! E’ interessato a sapere cosa ha incastrato Dora in questa situazione così ingarbugliata, cosa la tiene legata a tutto questo, cosa la unisce così fortemente alla sua sofferenza.Questa è la responsabilità di cui domanda Freud, la responsabilità della nostra vita, di ciò che ne facciamo della nostra vita.“Mi offrono un incarico di responsabilità”, e la responsablità è quella di vivere la propria vita al di là del passato che ci ha preceduto. Di questo parla anche Jovanotti, anzi Lorenzo, in questa canzone. Racconta dei ragionamenti che anticipano il momento della decisione. L’adolescenza è questo, è aver ricevuto l’ offerta di un incarico di responsabilità, ma non sapere ancora che cosa decidere…”se scegliere la fuga o affrontare questa realtà”. A volte in questa indecisione si rischia di rimanerne a bagno troppo a lungo: ci si lamenta che non si hanno i genitori che si desideravano, che si abita in un posto che non si voleva, che si frequenta una scuola dove gli altri sono troppo diversi da noi. Stare male senza implicarsi in ciò di cui si soffre, senza cercare la propria responsabilità fa rimanere immobili proprio lì, nel luogo da cui ci si lamenta.La canzone non finisce qui però, non finisce sul rimuginare, sul pensare alla mamma, al mare, alle parole del padre…finisce sulla scelta.La scelta è quella di accettare l’ incarico, senza conoscerne bene i particolari, senza sapere come andranno le cose.La scelta è quella di uscire dall’ adolescenza, di svestire i panni di Jovanotti e prendersi la responsablità del proprio nome, Lorenzo.La scelta è quella di separasi dal lamento sul proprio destino e prendersi la responsabilità di essere al mondo.#Jovanotti 

10 years ago

Hervé Sorée

*La linea d'ombra* .............................. *Lorenzo Jovanotti*La linea d'ombra la nebbia che io vedo a me davanti per la prima volta nella vita mia mi trovo a saper quello che lascio e a non saper immaginar quello che trovo mi offrono un incarico di responsabilità portare questa nave verso una rotta che nessuno sa è la mia età a mezz'aria in questa condizione di stabilità precaria ipnotizzato dalle pale di un ventilatore sul soffitto mi giro e mi rigiro sul mio letto mi muovo col passo pesante in questa stanza umida di un porto che non ricordo il nome il fondo del caffè confonde il dove e il come e per la prima volta so cos'è la nostalgia la commozione nel mio bagaglio panni sporchi di navigazione per ogni strappo un porto per ogni porto in testa una canzone è dolce stare in mare quando son gli altri a far la direzione senza preoccupazione soltanto fare ciò che c'è da fare e cullati dall'onda notturna sognare la mamma... il mare.Mi offrono un incarico di responsabilità mi hanno detto che una nave c'ha bisogno di un comandante mi hanno detto che la paga è interessante e che il carico è segreto ed importante il pensiero della responsabilità si è fatto grosso è come dover saltare al di là di un fosso che mi divide dai tempi spensierati di un passato che è passato saltare verso il tempo indefinito dell'essere adulto di fronte a me la nebbia mi nasconde la risposta alla mia paura cosa sarò dove mi condurrà la mia natura? La faccia di mio padre prende forma sullo specchio lui giovane io vecchio le sue parole che rimbombano dentro al mio orecchio "la vita non è facile ci vuole sacrificio un giorno te ne accorgerai e mi dirai se ho ragione" arriva il giorno in cui bisogna prendere una decisione e adesso è questo giorno di monsone col vento che non ha una direzione guardando il cielo un senso di oppressione ma è la mia età dove si sa come si era e non si sa dove si va, cosa si sarà che responsabilità si hanno nei confronti degli esseri umani che ti vivono accanto e attraverso questo vetro vedo il mondo come una scacchiera dove ogni mossa che io faccio può cambiare la partita intera ed ho paura di essere mangiato ed ho paura pure di mangiare mi perdo nelle letture, i libri dello zen ed il vangelo l'astrologia che mi racconta il cielo galleggio alla ricerca di un me stesso con il quale poter dialogare ma questa linea d'ombra non me la fa incontrare. Mi offrono un incarico di responsabilità non so cos'è il coraggio se prendere e mollare tutto se scegliere la fuga od affrontare questa realtà difficile da interpretare ma bella da esplorare provare a immaginare cosa sarò quando avrò attraversato il mare portato questo carico importante a destinazione dove sarò al riparo dal prossimo monsone mi offrono un incarico di responsabilità domani andrò giù al porto e gli dirò che sono pronto a partire getterò i bagagli in mare studierò le carte e aspetterò di sapere per dove si parte quando si parte e quando passerà il monsone dirò levate l'ancora diritta avanti tutta questa è la rotta questa è la direzione questa è la decisione.Quando Jovanotti scrisse questa canzone aveva 31 anni, già da 5 aveva cominciato a firmare gli album con il proprio nome e cognome: Lorenzo Cherubini.La canzone trae ispirazione da un famoso libro di Conrad, ma di questo poco ci importa, ci importa invece che il testo parli di adolescenza, cioè parli di voi, in particolar modo di un tema che è fondamentale per noi che vi ascoltiamo e per voi che parlate: la responsabilità.La psicoanalisi parte proprio da questo, dalla responsabilità soggettiva in ciò di cui soffriamo. Alcuni di voi conosceranno sicuramente le origini di questa disciplina, o almeno avranno sicuramente sentito parlare del famosissimo S. Freud.Approcciandosi per primo all’ inconscio egli fece due scoperte sorprendenti: una che riguardava la verità e l’altra la responsabilità.Il dott. Freud, nel suo studio viennese ascoltava principalmente donne, donne che raccontavano della loro enigmatica sofferenza, dei loro indecifrabili sintomi. Si accorse ben presto che nella maggior parte dei loro racconti comparivano episodi di seduzione infantile specialmente da parte del padre o di un fratello maggiore.Misericordia! Pensò sicuramente Freud. Tutta Vienna è corrotta!Ciò di cui si accorse successivamente però fu che gli episodi raccontati non erano reali, non erano accaduti veramente, erano piuttosto fantasie, fantasmi.Ciò che contava nell’ ascolto analitico dunque non era la verità dei fatti, non era la ricerca del colpevole. Ciò che contava erano le parole soggettivate del paziente, ciò che il paziente aveva da dire rispetto alla sua vita alle sue questioni. Al centro della psicoanalisi dunque c’è il discorso del paziente.Ma ascoltare semplicemente il paziente che racconta le sue sofferenze non è di alcun effettivo aiuto.Freud dunque fece una seconda fondamentale e formidabile scoperta: la responsabilità. Qual è la tua responsabilità nei fatti di cui mi racconti? Disse proprio così il dott. Freud ad una ragazza adolescente che aveva in cura. Sì, è vero, è tutto terribile, tutto complicato: tuo padre ha l’amante, il marito della sua amante ha provato a sedurti…ma tu? Che posto hai in tutto questo? Qual è la tua responsabilità?Capiamoci bene, Freud non è né un moralista, né un maschilista che vuole accusare la sua giovane paziente, Dora, di aver provocato il marito dell’ amante di suo padre. Niente di più lontano da questo! E’ interessato a sapere cosa ha incastrato Dora in questa situazione così ingarbugliata, cosa la tiene legata a tutto questo, cosa la unisce così fortemente alla sua sofferenza.Questa è la responsabilità di cui domanda Freud, la responsabilità della nostra vita, di ciò che ne facciamo della nostra vita.“Mi offrono un incarico di responsabilità”, e la responsablità è quella di vivere la propria vita al di là del passato che ci ha preceduto. Di questo parla anche Jovanotti, anzi Lorenzo, in questa canzone. Racconta dei ragionamenti che anticipano il momento della decisione. L’adolescenza è questo, è aver ricevuto l’ offerta di un incarico di responsabilità, ma non sapere ancora che cosa decidere…”se scegliere la fuga o affrontare questa realtà”. A volte in questa indecisione si rischia di rimanerne a bagno troppo a lungo: ci si lamenta che non si hanno i genitori che si desideravano, che si abita in un posto che non si voleva, che si frequenta una scuola dove gli altri sono troppo diversi da noi. Stare male senza implicarsi in ciò di cui si soffre, senza cercare la propria responsabilità fa rimanere immobili proprio lì, nel luogo da cui ci si lamenta.La canzone non finisce qui però, non finisce sul rimuginare, sul pensare alla mamma, al mare, alle parole del padre…finisce sulla scelta.La scelta è quella di accettare l’ incarico, senza conoscerne bene i particolari, senza sapere come andranno le cose.La scelta è quella di uscire dall’ adolescenza, di svestire i panni di Jovanotti e prendersi la responsablità del proprio nome, Lorenzo.La scelta è quella di separasi dal lamento sul proprio destino e prendersi la responsabilità di essere al mondo.#Jovanotti 

10 years ago

Radio Kwakom

*La linea d'ombra* .............................. *Lorenzo Jovanotti*La linea d'ombra la nebbia che io vedo a me davanti per la prima volta nella vita mia mi trovo a saper quello che lascio e a non saper immaginar quello che trovo mi offrono un incarico di responsabilità portare questa nave verso una rotta che nessuno sa è la mia età a mezz'aria in questa condizione di stabilità precaria ipnotizzato dalle pale di un ventilatore sul soffitto mi giro e mi rigiro sul mio letto mi muovo col passo pesante in questa stanza umida di un porto che non ricordo il nome il fondo del caffè confonde il dove e il come e per la prima volta so cos'è la nostalgia la commozione nel mio bagaglio panni sporchi di navigazione per ogni strappo un porto per ogni porto in testa una canzone è dolce stare in mare quando son gli altri a far la direzione senza preoccupazione soltanto fare ciò che c'è da fare e cullati dall'onda notturna sognare la mamma... il mare.Mi offrono un incarico di responsabilità mi hanno detto che una nave c'ha bisogno di un comandante mi hanno detto che la paga è interessante e che il carico è segreto ed importante il pensiero della responsabilità si è fatto grosso è come dover saltare al di là di un fosso che mi divide dai tempi spensierati di un passato che è passato saltare verso il tempo indefinito dell'essere adulto di fronte a me la nebbia mi nasconde la risposta alla mia paura cosa sarò dove mi condurrà la mia natura? La faccia di mio padre prende forma sullo specchio lui giovane io vecchio le sue parole che rimbombano dentro al mio orecchio "la vita non è facile ci vuole sacrificio un giorno te ne accorgerai e mi dirai se ho ragione" arriva il giorno in cui bisogna prendere una decisione e adesso è questo giorno di monsone col vento che non ha una direzione guardando il cielo un senso di oppressione ma è la mia età dove si sa come si era e non si sa dove si va, cosa si sarà che responsabilità si hanno nei confronti degli esseri umani che ti vivono accanto e attraverso questo vetro vedo il mondo come una scacchiera dove ogni mossa che io faccio può cambiare la partita intera ed ho paura di essere mangiato ed ho paura pure di mangiare mi perdo nelle letture, i libri dello zen ed il vangelo l'astrologia che mi racconta il cielo galleggio alla ricerca di un me stesso con il quale poter dialogare ma questa linea d'ombra non me la fa incontrare. Mi offrono un incarico di responsabilità non so cos'è il coraggio se prendere e mollare tutto se scegliere la fuga od affrontare questa realtà difficile da interpretare ma bella da esplorare provare a immaginare cosa sarò quando avrò attraversato il mare portato questo carico importante a destinazione dove sarò al riparo dal prossimo monsone mi offrono un incarico di responsabilità domani andrò giù al porto e gli dirò che sono pronto a partire getterò i bagagli in mare studierò le carte e aspetterò di sapere per dove si parte quando si parte e quando passerà il monsone dirò levate l'ancora diritta avanti tutta questa è la rotta questa è la direzione questa è la decisione.Quando Jovanotti scrisse questa canzone aveva 31 anni, già da 5 aveva cominciato a firmare gli album con il proprio nome e cognome: Lorenzo Cherubini.La canzone trae ispirazione da un famoso libro di Conrad, ma di questo poco ci importa, ci importa invece che il testo parli di adolescenza, cioè parli di voi, in particolar modo di un tema che è fondamentale per noi che vi ascoltiamo e per voi che parlate: la responsabilità.La psicoanalisi parte proprio da questo, dalla responsabilità soggettiva in ciò di cui soffriamo. Alcuni di voi conosceranno sicuramente le origini di questa disciplina, o almeno avranno sicuramente sentito parlare del famosissimo S. Freud.Approcciandosi per primo all’ inconscio egli fece due scoperte sorprendenti: una che riguardava la verità e l’altra la responsabilità.Il dott. Freud, nel suo studio viennese ascoltava principalmente donne, donne che raccontavano della loro enigmatica sofferenza, dei loro indecifrabili sintomi. Si accorse ben presto che nella maggior parte dei loro racconti comparivano episodi di seduzione infantile specialmente da parte del padre o di un fratello maggiore.Misericordia! Pensò sicuramente Freud. Tutta Vienna è corrotta!Ciò di cui si accorse successivamente però fu che gli episodi raccontati non erano reali, non erano accaduti veramente, erano piuttosto fantasie, fantasmi.Ciò che contava nell’ ascolto analitico dunque non era la verità dei fatti, non era la ricerca del colpevole. Ciò che contava erano le parole soggettivate del paziente, ciò che il paziente aveva da dire rispetto alla sua vita alle sue questioni. Al centro della psicoanalisi dunque c’è il discorso del paziente.Ma ascoltare semplicemente il paziente che racconta le sue sofferenze non è di alcun effettivo aiuto.Freud dunque fece una seconda fondamentale e formidabile scoperta: la responsabilità. Qual è la tua responsabilità nei fatti di cui mi racconti? Disse proprio così il dott. Freud ad una ragazza adolescente che aveva in cura. Sì, è vero, è tutto terribile, tutto complicato: tuo padre ha l’amante, il marito della sua amante ha provato a sedurti…ma tu? Che posto hai in tutto questo? Qual è la tua responsabilità?Capiamoci bene, Freud non è né un moralista, né un maschilista che vuole accusare la sua giovane paziente, Dora, di aver provocato il marito dell’ amante di suo padre. Niente di più lontano da questo! E’ interessato a sapere cosa ha incastrato Dora in questa situazione così ingarbugliata, cosa la tiene legata a tutto questo, cosa la unisce così fortemente alla sua sofferenza.Questa è la responsabilità di cui domanda Freud, la responsabilità della nostra vita, di ciò che ne facciamo della nostra vita.“Mi offrono un incarico di responsabilità”, e la responsablità è quella di vivere la propria vita al di là del passato che ci ha preceduto. Di questo parla anche Jovanotti, anzi Lorenzo, in questa canzone. Racconta dei ragionamenti che anticipano il momento della decisione. L’adolescenza è questo, è aver ricevuto l’ offerta di un incarico di responsabilità, ma non sapere ancora che cosa decidere…”se scegliere la fuga o affrontare questa realtà”. A volte in questa indecisione si rischia di rimanerne a bagno troppo a lungo: ci si lamenta che non si hanno i genitori che si desideravano, che si abita in un posto che non si voleva, che si frequenta una scuola dove gli altri sono troppo diversi da noi. Stare male senza implicarsi in ciò di cui si soffre, senza cercare la propria responsabilità fa rimanere immobili proprio lì, nel luogo da cui ci si lamenta.La canzone non finisce qui però, non finisce sul rimuginare, sul pensare alla mamma, al mare, alle parole del padre…finisce sulla scelta.La scelta è quella di accettare l’ incarico, senza conoscerne bene i particolari, senza sapere come andranno le cose.La scelta è quella di uscire dall’ adolescenza, di svestire i panni di Jovanotti e prendersi la responsablità del proprio nome, Lorenzo.La scelta è quella di separasi dal lamento sul proprio destino e prendersi la responsabilità di essere al mondo.#Jovanotti 

10 years ago

Spumini

si... è una canzone che parla

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