Una bellissima canzone di Ornella Vanoni contenuta nell'album Sheherazade (1995) che, proprio per il fatto di non essere molto conosciuta se non dal popolo vanoniano, spero possa essere gradita da quanti l'ascolteranno per la prima volta. Gli autori sono Oscar Avogadro per il testo e Mario Lavezzi per la musica. Dedicata al caro Andrea a cui piaceva molto.
Il mio trenino va,
costeggia il mare blu,
disegna i fianchi alla collina
che piano piano si consuma
e adesso non c'è più.
Profonda nostalgia
di ciò che non si ha,
di quel che il tempo porta via.
Di dolci azzurrità,
di storie senza poi,
di quell'acerba ingenuità
che ci azzannava il cuore.
Di amici a volontà
sbandati come noi,
pronti a dividersi a metà
tra i libri e una canzone.
Il mio trenino va,
dall'orizzonte in giù,
sorpassa un'altra delusione,
poi finalmente la stazione...
E a un tratto appari tu,
a confondermi l'età,
se vuoi
c'è un posto in più
sul mio trenino che non va.
Eppure giurerei
che non finisce qui,
profumo intenso di alisei
che mi risveglia il cuore.
Amore dove sei?,
amore come mai?,
per dirti quanto ti vorrei
non trovo le parole.
Il mio trenino va,
riparte per magia,
si lascia dietro i miei deserti,
i sogni dati per dispersi
ritrovano energia,
rinascono da te,
dal soffio di un'idea
dal desiderio fin che c'è.
Ci trascina via
com'è successo già,
la stessa ferrovia
ma un altro viaggio da inventare.
Amore che ci sei,
amore che lo sai,
se ne passano dei guai
per rivedere il mare.
Per rivedere il mare....
Per rivedere il mare....
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