Claudio Lolli - Analfabetizzazione video free download


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Duration: 05:24
Uploaded: 2011/09/03

Claudio Lolli - Disoccupate le strade dai sogni (1977)

Claudio Lolli (voce)

Piergiorgio Bonafé (sax, flauto)

Marcello Castellana (tastiere)

Roberto Costa (basso, trombone)

Bruno Mariani (chitarra)

Adriano Pedini (batteria)

Comments

10 years ago

Francesco Itollo

claudio lolli meraviglioso unico in tutti i sensi!

10 years ago

Francesco Floris

Una delle più belle canzoni, di Claudio Lolli adoro quest'album.

11 years ago

Gianluca Snoopy

è una sera davvero tagliente per me...come se in questa casa ci fossero centinaia di specchi...tutti sparsi nelle camere.., poche le pareti libere ormai (...)troppi specchi e una sola immagine riflessa...continua a nseguirmi in tutta la casa, ovunque io mi sposti...a volte la trovo già nello specchio ad aspettarmi, prima ancora che io lo raggiunga (...)mi sento osservato..., dal peggiore degli sguardi..., il mio...due occhi che sanno tutto, ogni evento a loro quasi scontato...e mi aspetta quel volto cosi serio, severo.... vuole solo una piccolossima cosa che mi ostino a non dargli...uno sguardo nei suoi occhi... gli unici che non posso ingannare...io continuo a voltarmi altrove, resistendo al gelo che temono le mie vene...sono sempre stato bravo con le parole ma quel volto riflesso negli specchi non vuole parole..vuole solo uno sguardo... un solo piccolissimo sguardo (...)*_______________________________________________________*Analfabetizzazione:Claudio Lolli - Disoccupate le strade dai sogni (1977)A mia madre l'ho chiamata sasso,perché fosse duratura sì,ma non viva.I miei amici li ho chiamati piedi,perché ero felice soloquando si partiva.Ed il mio mare l'ho chiamato cielo,perché le mie onde arrivavanotroppo lontano.Ed il mio cielo l'ho chiamato cuore,perché mi piaceva toccarci dentro il solecon la mano.Non ho mai avuto un alfabeto tranquillo, servile,le pagine le giravo sempre con il fuoco.Nessun maestro è stato mai talmente bravo,da respirarsi il mio ossigeno ed il mio gioco.Ed il lavoro l'ho chiamato piacere,perché la semantica è violenzaoppure è un'opinione.Ma non è colpa mia, non saltatemi addosso,se la mia voglia di libertà oggi è anche bisognodi confusione.Ed il piacere l'ho chiamato dovere,perché la primavera mi scoppiava dentrocome una carezza.Fondere, confondere, rifondereinfine rifondareL'alfabeto della vitasulle pietre di mieledella bellezza.Ed il poterenella sua immensa intelligenzanella sua complessità.Non mi ha mai commossocon la sua solitudinenon l'ho mai salutato come tale.Però ho raccolto la sfida,con molta eleganza e molta sicurezza,da quando ho chiamato prigione la sua felicità.Ed il potere da quel giorno m'insegue,con le sue scarpe chiodate di paura.M'insegue sulle sue montagne,quelle montagne che io chiamo pianure.

12 years ago

Lelio Semeraro

non abbiamo mai avuto alfabeti tranquilli!

12 years ago

Daniele Di Stefano

Facciamo aumentare un po' le visite...che sventoli perbacco. Primo referral in arrivo

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